Zihao Liao

Ingegneria Elettrica

Il mio anno da Milanese

Zihao Liao ha partecipato al programma di doppia laurea Polimi-XJTU in ingegneria elettrica e stava trascorrendo un anno di studi in Italia quando la pandemia di Covid-19 si è diffusa in tutto il mondo.

La mia decisione di partecipare alla doppia laurea Polimi-XJTU è stata in qualche modo casuale. Ricordo ancora l’orgoglio e la soddisfazione di uno dei miei migliori amici ritornato da un programma di scambio presso il Politecnico. Ho scommesso con lui che avrei studiato anche io nella stessa università. Quando nel 2019 ho scoperto l’opportunità di una doppia laurea a Polimi ho presentato domanda immediatamente. Mi sono detto “3 semestri di studio extra in Europa e la possibilità di ottenere un diploma in più? Perché no?”. Ma è stato solo quando ho lasciato l’Europa nel 2020 e ho ottenuto il mio diploma di laurea magistrale del Politecnico che mi sono reso conto come l’Italia per me non fosse solo un paese in cui viaggiare, ma un posto difficile da abbandonare. Quello che ho guadagnato non è solo un titolo universitario, ma un tesoro per la vita intera.

Ho sempre pensato che ingegneria fosse essenzialmente una facoltà molto tecnica e difficile, tuttavia questa università ha cambiato la mia percezione. Forse è grazie agli studenti di design e architettura che apportano un po’ di diversità e creatività. Per quanto riguarda anche ingegneria elettrica nello specifico, col passare del tempo ho scoperto l’orgoglio e la felicità che si prova nl comprendere la teoria, risolvere problemi e sviluppare idee. Durante le lezioni i professori del Politecnico si focalizzano molto sulla teoria, che è essenziale per comprendere pienamente e padroneggiare un argomento. D’altro lato lavorando in laboratorio ho avuto occasione di collaborare con altri studenti e dottorandi nella creare un circuito e verificarne il progetto. Per la prima volta ho avuto modo di utilizzare componenti elettronici e ne sono rimasto affascinato. Ciò che ho appreso al Politecnico continua ad avere un impatto sulla mia carriera, in particolare la voglia di continuare a imparare e fare ricerca sui temi che mi appassionano.

Ma ciò che più mi è rimasto impresso e più mi ha influenzato è quella che io chiamo “la filosofia di vita italiana”. Come sono arrivato in Italia mi sono detto “una volta a Milano devo comportarmi come un milanese”. All’inizio non parlavo bene italiano, ma ho deciso di usarlo sempre, perfino quando parlavo tra me e me! Ero impaziente di integrarmi nel nuovo ambiente, ma non avrei mai immaginato che sarei arrivato a considerarmi “un milanese” in così poco tempo. Ho fatto presto amicizia non solo con altri studenti internazionali, ma anche con studenti italiani, con i quali sono in contatto ancora adesso. Durante i primi mesi della pandemia di Covid-19, ho percepito in Italia molto amore per la vita e speranza. Ricordo i vicini di casa che si salutavano dai balconi al tramonto e a volte addirittura cantavano insieme. Non dimenticherò mai un vecchio incontrato al Duomo di Catania che mi ha voluto stringere la mano dicendo che Italia e Cina erano buoni amici e che i cinesi erano benvenuti in Italia nonostante il Covid-19. Vorrei ringraziare lui e tutti gli italiani che hanno lasciato in me un ricordo unico di un luogo che potrei chiamare ore “la mia seconda casa” e per avermi insegnato ad essere sempre ottimista e godermi la vita.

Ora vorrei dedicare qualche parola alla futura generazione di studenti di doppia laurea. Ci sono 3 consigli che darei loro:

Esplorate il più possibile l’ambiente in cui vi trovate e scoprite cosa vi piace di più.

Abbandonate l’inglese, parlate italiano e vivete come i locali.

Oltre a imparare impegnatevi anche ad apportare il vostro contributo sia al Politecnico che alla vostra università di origine.

In bocca al lupo!