
Dopo aver completato la doppia laurea in ingegneria elettrica XJTU-Polimi avete deciso di continuare la vostra carriera accademica in Italia, a Polimi, prima con un dottorato e poi come ricercatori. Cosa vi ha spinti a prendere questa decisione?
Xinglong: io appartengo alla prima generazione della doppia laurea tra Polimi e XJTU e per me è stata una bellissima esperienza lavorare alla mia tesi sulla compatibilità elettromagnetica a Milano, un tema che mi appassiona molto. Dopo la laurea ho cominciato a lavorare, ma presto mi sono accorto che ero più interessato a fare ricerca. Mi è venuto naturale candidarmi per un dottorato al Politecnico ed eccomi ancora qui, ad occuparmi di compatibilità elettromagnetica.
Xiaokang: come Xinglong ho capito di essere interessato alla ricerca appena dopo aver iniziato il mio primo lavoro. Era il 2016 e vivevo a Shanghai. Oltre al Politecnico stavo considerando anche altre università prestigiose, come ETH Zurich e EPFL (École Polytechnique fédérale de Lausanne), ma proprio allora la prof. Flavia Grassi, che era stata la mia relatrice a Polimi, è passata da Shanghai di ritorno da un viaggio a Xi’an. L’ho accompagnata a mangiare il suo baozi preferito alla Shanghai Tower e le ho raccontato del mio progetto: lei ha approvato e si è proposta di farmi da tutor per il dottorato. E così è stato. É stata per me una buona occasione, considerato che il Politecnico mi era già famigliare, ma anche che qui si può conseguire un dottorato in 3 anni, mentre in Svizzera, Germania o Cina sono necessari più anni.
Perché suggeriresti ad uno studente del Politecnico di frequentare la XJTU? Qual è il valore aggiunto dal tuo punto di vista?
Xinglong: innanzitutto a XJTU gli studenti vengono incoraggiati a dedicarsi alla ricerca fin dall’inizio del loro corso di laurea magistrale. É possibile cercare un tutor e prendere parte ad un gruppo di ricerca, composto da studenti di magistrale e dottorandi. A ciò segue l’assegnazione di una propria postazione di lavoro (con scrivania e PC personale). Ciò ti permette di iniziare la carriera accademica e firmare delle pubblicazioni oppure essere coinvolto in progetti pratici in un’impresa mentre ancora frequenti la magistrale, con indiscutibili benefici nel momento in cui cercherai lavoro. Io conosco sia studenti italiani che cinesi che hanno partecipato a delle pubblicazioni mentre lavoravano con un supervisor cinese.
Da un punto di vista culturale vivere a Xi’an è un’esperienza unica. Xi’an, che ha una storia molto antica, è ancora una della più importanti città cinesi. É il posto perfetto per conoscere la cultura cinese e capire come si è evoluta nel tempo.
Xiaokang: Xi’an è un luogo dalle mille occasioni. É il posto perfetto per chi si vuole dedicare alla ricerca accademica, XJTU è infatti nota per il suo ambiente di ricerca molto rigoroso ed è possibile scegliere tra numerosi gruppi di ricerca e laboratori. Se vuoi trovare lavoro in Cina non sarà difficile trovare un posto nelle aziende di tuo interesse dal momento che i laureati di XJTU sono considerati competenti, talentuosi e laboriosi. Se vuoi divertirti XJTU non ti deluderà con il suo centinaio di club studenteschi (di Kung-Fu, skateboarding, canottaggio, danze e strumenti musicali cinesi, cubo di Rubik, ecc.). Troverai poi numerose mense con cibo cinese per tutti i gusti. Senza contare tutte le esperienze che potrai vivere fuori dal campus. Vivere in un paese straniero è inoltre un’occasione unica per ampliare i propri orizzonti e fare esperienze preziose.
Cosa ti manca di più della tua vita a Xi’an?
Xinglong: Andare in bici lungo le mura, indubbiamente! É un’esperienza fantastica che ho vissuto più volte mentre studiavo alla XJTU. Le mura di Xi’an hanno una forma rettangolare e racchiudono il centro storico, che si può ammirare mentre si pedala.
Xiaokang: Mi mancano i miei colleghi e amici cinesi, il mio supervisor, le risate e le intense giornate di lavoro. Ora che è l’inizio dell’inverno le foglie gialle mi ricordano la passeggiata che facevo tutti i giorni dal dormitorio all’università, lungo una strada fiancheggiata da platani. La mensa dell’università che mi permetteva di godermi dei buoni piatti cinesi dopo una giornata in università è però ciò che probabilmente mi manca di più. La cucina italiana è meravigliosa, ma a un cinese come me avrà sempre nostalgia della propria cucina